Quando un cartello cambia una vita
La storia di Kelly, dell'ansia, della terapia e di un abbraccio con il grande Marco Mengoni che cambia tutto
"La mia psicologa dice che un tuo abbraccio curerebbe la mia ansia, salgo io o scendi tu?"
Domenica sera Marco Mengoni ha letto queste parole dal palco di Bologna, scritte su un cartello in mezzo a 40mila persone. Il pubblico ha riso nervosamente, poi è rimasto in silenzio quando il cantante ha davvero interrotto il concerto, è sceso tra la folla e ha abbracciato Kelly, la ragazza che l'aveva scritto. Il video ha fatto il giro del web in poche ore. Tutti hanno visto quei tre secondi di abbraccio, ma nessuno sapeva cosa c'era dietro. Finché Kelly non ci ha scritto e la sua storia vale molto più di tutti i cuoricini e le condivisioni che abbiamo visto sui social.
La lettera di Kelly
Per parlare dell'emozione unica che ho provato ieri sera nell'abbracciare Marco forse dovrei prima raccontare qualcosa di me. Ho 31 anni e da praticamente sempre soffro d'ansia, negli anni autogestita, fino a marzo di quest'anno più precisamente il giorno del mio compleanno per una serie di susseguirsi di eventi l'ansia ha preso il sopravvento e mi ha costretto a giorni di attacchi di panico senza sosta. Lì è come se il mio corpo mi stesse dicendo "è ora di fare qualcosa" ed è così che non con poca fatica ho iniziato un percorso terapeutico, e già dalle prime sedute mi sono subito recriminata di aver aspettato troppo tempo, di essermi sopravvalutata e convinta di poter gestire tutto da sola.
Marco è la colonna sonora della mia vita da quando ha iniziato la sua carriera a X Factor. L'ho capito dal primo momento che lui faceva parte delle anime belle. Quelle rare. Ogni canzone è una medicina per la mia anima.
La mia psicologa mi ha consigliato di iniziare a uscire dalla mia zona comfort, così ho iniziato nel mio quotidiano poco alla volta... Avevo paura di guidare da sola in posti che non conoscevo, e l'ho fatto, avevo paura di mettermi un vestito per i giudizi della gente e l'ho fatto, avevo paura di rimanere sola e poco alla volta piano piano lo sto facendo.
Se qualcosa ti fa venire l'ansia, allora dimostra all'ansia che tu sei più forte.
Quando ho preso i biglietti per il concerto a Bologna ho pensato che avrei voluto uscire anche lì dalla mia zona comfort... io sul palco o sul maxischermo con 40mila occhi puntati su di me? Sia mai, chissà cosa potrebbero pensare, chissà quali giudizi, sul mio fisico, sulla mia faccia, la gente è cattiva come è stata cattiva con Marco per i suoi outfit... non avevo la certezza che avrebbe funzionato, sicuramente abbracciarlo sarebbe stato un sogno... ma come sempre nella mia vita ho sempre pensato che le cose belle succedono solo agli altri. Questa volta devo ricredermi.
Un sogno che si è avverato, non so se qualcuno mi crederà ma in quell'abbraccio io ho sentito la sua anima, non so se si percepisce la sincerità che emana, la bella persona che è, l'anima pura e gentile. Rientrata in appartamento ho guardato mia sorella e le ho detto: "se vuoi non credermi ma in quell'abbraccio c'è stato qualcosa di spirituale".
Sono ancora dentro quell'emozione, e poi la vita ti mette sempre davanti a sfide più grandi di te. Sono rientrata oggi da Bologna perché vivo in Svizzera non appena rientrata a casa ho ricevuto una notizia non proprio bella, purtroppo dovrò salutare una persona davvero importante della mia vita, mio nonno.
Ho pianto, non poco. Poi ho riguardato quel video e ho pensato che quello non fosse stato un semplice abbraccio e più lo guardo e più non mi levo dalla testa che è stato qualcosa di davvero speciale.
Mi ha stretto come se sapesse quanto avevo bisogno di sentirmi vista.
E io, in quell'abbraccio, ho sentito casa ancora una volta.
In quell'abbraccio gli ho detto grazie, anche se non a voce. Per ogni volta in cui la sua musica ha saputo tenere insieme i miei pezzi rotti e mai come in questo momento lo farà. Ogni volta che lo ascolto dal vivo, mi ricorda perché la musica può salvare.
Per il momento aspetto domenica per poter sentire Marco ancora dal vivo e farmi aggiustare ancora un po' il cuore e l'anima.
Per quanto riguarda l'ansia consiglio a tutti di non aver paura e di non aspettare, la terapia è l'unica soluzione perché si può e si deve essere più forti dell'ansia o di qualsiasi altra paura.
Se queste parole arrivassero anche a Marco io ne sarei estremamente felice.
Grazie,
Kelly
C'è una frase in questa lettera che non riusciamo a toglierci dalla testa: "le cose belle succedono solo agli altri". L'ha scritta così, di passaggio, come fosse ovvio, ma è una di quelle frasi che ci colpiscono perché le abbiamo pensate tutti, magari senza nemmeno rendercene conto. Kelly ha 31 anni e da sempre convive con l'ansia. Per anni ha fatto quello che facciamo un po' tutti: ha tirato avanti, ha gestito da sola, ha pensato di farcela senza aiuto. Fino a marzo, quando il corpo le ha detto basta: attacchi di panico per giorni, fino a che non ha capito che era ora di chiedere aiuto davvero e da lì è iniziato tutto. La terapia, i piccoli passi fuori dalla zona comfort: guidare da sola in posti nuovi, mettersi un vestito senza pensare ai giudizi, stare sola senza farsi prendere dal panico. Cose che sembrano banali ma quando hai l'ansia sono montagne da scalare. E poi il concerto. Il cartello era l'ultimo esperimento, quello più grosso. Scriverlo, portarlo, mostrarlo davanti a 40mila persone. "Magari funziona", avrà pensato. "Magari questa volta la cosa bella succede anche a me." Marco Mengoni, che di terapia parla spesso e senza vergogna, avrà riconosciuto immediatamente quel coraggio; quello di chi ci sta provando davvero, non solo a parole. E quando vedi qualcuno che ci sta provando davvero, come fai a non scendere dal palco?
La cosa più significativa di questa storia è quello che è successo dopo: Kelly è tornata in Svizzera e ha ricevuto la notizia che il nonno sta male e lì capisci se quello che hai vissuto era solo un momento carino o qualcosa di più solido: ha pianto, ha riguardato il video, e ha capito che quell'abbraccio la sosterrà anche adesso che le servono davvero le forze.
"Mi ha stretto come se sapesse quanto avevo bisogno di sentirmi vista." Ecco, questo fa la differenza. Non è stato un abbraccio di circostanza, uno di quelli che fai per fare contenti i fan. È stato un abbraccio che ha visto Kelly davvero. E lei lo ha sentito. Kelly tornerà domenica al prossimo concerto "per farsi aggiustare ancora un po' il cuore e l'anima". Nel frattempo, la sua storia gira, e magari qualcun altro che pensava che le cose belle succedessero solo agli altri inizia a ripensarci. Magari prende il telefono e chiama quel terapeuta di cui aveva il numero salvato da mesi. Magari scrive quel cartello che aveva in mente da sempre. A volte davvero basta poco per cambiare idea su sé stessi. Un cartello, un abbraccio, una storia come questa che ti fa pensare: "E se ci provassi anch'io?"
Che tenerezza, Mengoni!!! Più Mengoni per tutti ❤️❤️❤️
Un pugno al cuore. So di cosa parla Kelly♥️ Mi auguro che Mengoni le dia un’altra opportunità e le dedichi più tempo