L'arte della fuga (e dell'amicizia): il valzer di Fabio Maria Damato tra crisi, rinascita e nuove ombre
Dal pandoro-gate alle chat incriminate: storia di un manager che non hai ‘mai’ smesso di sussurrare a Chiara Ferragni
In tutto questo circo mediatico e non, dove sarà finito il nostro adorato Fabio Maria Damato? L'uomo che sussurrava ai pandori, il maestro delle strategie creative (forse fin troppo creative, direbbero i magistrati), sembra essersi dissolto come uno di quei filtri Instagram che tanto amava applicare all'impero Ferragni. Fino a ieri era ovunque: il fedele scudiero, l'ombra onnipresente, il "General Manager" - titolo che ora suona ironico quanto chiamare "chef" chi ha bruciato una piadina. Lo vedevamo svolazzare nelle stories di Chiara come una fatina del business all’ultima moda, sempre pronto con un consiglio, una strategia, un'idea brillante per trasformare qualsiasi cosa in oro... o almeno, far credere che fosse oro, visto come è andata a finire la faccenda. Insomma, da protagonista delle stories a protagonista dei fascicoli giudiziari è stato un attimo, ma sicuramente questa transizione non era prevista nel suo masterplan.
Anche se questa volta il pubblico più interessato alla sua performance non sarà su sul web, ma in Procura, noi, oltre a chiederci dove sia finito, vorremmo capire quali siano i suoi reali rapporti con Chiara Ferragni. Ma prima di tirare delle somme, facciamo un passo indietro al giorno delle sue dimissioni, o del suo licenziamento. Dipende sempre dai punti di vista perché come in ogni grande storia d'amore professionale che si rispetti, la fine è stata circondata da un alone di ambiguità. Si è dimesso lui o è stato gentilmente accompagnato alla porta? Ma all’epoca ci ha pensato il buon Fabio a fugare ogni dubbio. Ecco le sue parole, pardon, le su stories: