La storia Instagram di Shaila: dietro le quinte di una fragilità sospetta
Da "lastra di marmo" a "pezzo di vetro": quando il crollo emotivo arriva troppo tardi e nel momento più conveniente
Shaila Gatta pubblica una storia in cui racconta un momento estremamente difficile della sua vita. Scrive di aver perso 4,5 kg, di non sentirsi bene né con il corpo né con la mente. Parla di sei mesi di surrealtà, di odio mediatico, di giudizi costanti. Racconta la fatica di ridere per compiacere la società, la ripresa del lavoro come atto dovuto, il desiderio di piangere tutto il giorno, la depressione. Indubbiamente usa parole che toccano: “mi sento un pezzo di vetro”, “sto cadendo”, “non ho le forze di ridere”, “ho bisogno di una mano”. Insomma, è una storia che sembra chiedere accoglienza, empatia, ascolto. E in un mondo che troppo spesso schiaccia il dolore sotto il cinismo dei commenti e il ghigno del giudizio, viene quasi istintivo voler stringere simbolicamente quella mano che lei tende. Ma poi, inevitabilmente, si torna indietro con la memoria. A quello che abbiamo visto nei mesi passati, davanti alle telecamere del Grande Fratello. A quella Shaila completamente diversa: glaciale, distante, impermeabile all’emozione altrui. Una donna che sembrava più attenta a mantenere una posizione, a non sgualcire l’immagine, che a lasciarsi toccare dalle storie e dalle fragilità degli altri.