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Fedez, autoelettosi paladino della salute mentale, si è eliminato con il suo Squid Game

Fedez, autoelettosi paladino della salute mentale, si è eliminato con il suo Squid Game

In attesa di un comunicato che smentisca quanto è uscito nelle ultime ore, ecco il post Sanremo di “Dillo alla mamma, dillo all'avvocato”

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Gabriele Parpiglia
mar 19, 2025
∙ A pagamento
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Fedez, autoelettosi paladino della salute mentale, si è eliminato con il suo Squid Game
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«Sono una psicologa, grazie per l’importante riflessione su Fedez. Trovo scioccante il modo in cui abbia strumentalizzato la depressione per giocarla a suo favore. Seguo un paziente a rischio suicidario, vorrei davvero che lui vedesse come sta chi è davvero depresso!»

Il punto è esattamente quello che c’è in questo messaggio che ho ricevuto su Instagram: non stiamo parlando di semplice pettegolezzo. Qui si tratta di un tema che sovrasta per serietà e importanza. Stiamo affrontando questioni che richiedono ben altra profondità rispetto a quella che abbiamo visto e stiamo continuando (purtroppo) a vedere. Il messaggio della psicologa, scelto tra innumerevoli, rappresenta solo la punta dell'iceberg in questa battaglia per la verità, ed è sorprendente come, nell'intero panorama giornalistico italiano, solamente io e Selvaggia Lucarelli siamo riusciti a decifrare il complesso 'Squid Game' personale orchestrato da Fedez: mentre tutti si affannavano a rincorrere l'apparenza, noi abbiamo avuto la lucidità di scavare oltre la superficie, svelando i meccanismi di un gioco perverso fatto di immagine pubblica costruita ad arte e manipolazione mediatica, di uno Squid Game orchestrato con precisione chirurgica, volto a disintegrare sistematicamente tutto ciò che lo circonda. E stando alle ultime dichiarazioni, emerse nelle ore recenti, nessuno è stato risparmiato: famiglia, ex moglie, (ridotta brutalmente al ruolo di 'ex madre dei suoi figli'), persone che mai avevano cercato i riflettori della notorietà… persino quella che lui stesso aveva definito 'l'amore della sua vita'. E poi colleghi, collaboratori, amici di un tempo: nessuno immune dalla sua strategia. Un gioco di demolizione, insomma, dove le pedine vengono sacrificate sull'altare della visibilità a qualunque costo, ma alla fine, il vero disintegrato in questo perverso gioco di specchi resta proprio lui: l'artefice che finisce vittima della sua stessa creazione. Ma andiamo con ordine, perché la cronologia di questa autodistruzione merita un'analisi lucida e impietosa.

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