Acufene: una brutta bestia che ti cambia la vita
Storia di una patologia di cui se ne parla davvero poco
“Prova la cura con agopuntura”
“Ho un medico bravissimo che ha una sua tecnica”
“Unica salvezza, la camera iperbarica”
“C’è un centro a Catania top”
Questi sono solo alcuni degli ottomila messaggi che mi stanno arrivando da stamattina, ovvero da quando ho pubblicato una storia in cui ho raccontato che stavo andando a fare l’ennesima visita medica per trovare una soluzione ad un problema che mi trascino da circa otto anni.
In tutti questi messaggi c’è chi mi chiede rimedi, chi mi consiglia soluzioni, chi mi racconta che ha scoperto di soffrire di acufene come conseguenza del Covid, e addirittura c’è chi ha tentato la via di un’operazione legata all’occlusione mandibolare.
Ma non finisce qui: continuando a leggere i direct ho scoperto che qualcuno di noi ne ha addirittura due di acufeni (uno per orecchio, N.d. R.). In ogni caso però, il comune denominare è il dolore e il condizionamento della vita normale nel suo quotidiano.
Io credo di sapere come sia esploso nel mio orecchio sinistro l’acufene: sono sicuro che è stato a seguito di uno shock (sì, c’entra il “SOMMO,” un’altra brutta storia o pagina della mia vita, N.d. R) e ricade tutto nel periodo legato alla nascita preponderante degli attacchi di panico.
Da quel momento l’acufene non ha mai smesso di accompagnarmi: ai concerti uso il cotone per provare a isolare l’orecchio sinistro, ma il “fufufufufu” che risuona, entra sempre, prepotentemente entra lo stesso. Ma è in aereo che si consuma la vera tragedia e partenza e atterraggio, neanche a dirlo, sono le parti peggiori.
In volo quasi sempre mastico un chewing gum per muovere la mandibola, ma il movimento per stoppare quel maledetto rumore, lo faccio almeno una serie di volte dopo l’altra.
Col tempo ho provato di tutto, sì anche l’agopuntura. Ma niente. Ho messo il bite per dormire e lo uso tutt’ora, ma niente, il maledetto non scompare. Poi succede che ti dicono “lo stress” e tu purtroppo ti auto convinci che quindi è lo stress.
Ma di base, pensandoci bene, noi lo stress non lo vediamo, non lo tocchiamo, a volte non lo capiamo. Però, nella nostra testa ci basta per darci una giustificazione valida che sappiamo, valida non è.
Oggi ho voluto iniziare un percorso, un lungo percorso per ripartire da zero, da quando per la prima volta ho sentito il suono del mio orecchio entrare nella galleria del vento dentro la mia testa.
Ho parlato con la dottoressa, ed essendo un percorso che parte dalla testa, dal trauma per capire il trauma, mi ha detto di aspettare le visite che andremo a fare; per poi sperare nelle migliorie e poterlo dire passaggio per passaggio.
Non voglio vendere speranze o illusioni, quindi vi dico restate lì e se dovesse funzionare, vi racconterò tutto. Nella speranza di aiutarci insieme.
Gabri
Lo ho bilaterale e sapevo che sarebbe arrivato un giorno come conseguenza di questa mia patologia rara: malformazione di Arnold-Chiari cioè la discesa delle tonsille cerebellari nel forame magno.
È arrivato....e da quel giorno non so più cos'e il silenzio. Anche mangiare in una pizzeria è diventato impossibile ,così come andare al cinema.
Ho imparato a conviverci perché so da dove viene e che nulla può essere fatto. Ma è la mia esperienza.....buon percorso Gabriele!